Saturday, November 8, 2008

primo amore'

un tempo
quando avevo 16 anni
c'era solo qualche scrittore
a darmi speranza
e conforto.

a mio padre non piacevano
i libri e
a mia madre neppure
(perchè non piacevano al babbo)
specie i libri che prendevo io
in biblioteca:
D.H. Lawrence
Dostoevskij
Turgenev
Gorkij
A. Huxley
Sinclair Lewis
e altri.

avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera
bisognava filare tutti a nanna:
"il mattino ha l'oro in bocca,"
diceva mio padre.

poi gridava:
"LUCI SPENTE!".

allora mettevo la lampada
sotto le coperte
e continuavo a leggere
sotto la luce calda e nascosta:
Ibsen
Shakespeare
Cechov
Jeffers
Thurber
Conrad Aiken
e altri.

mi offrivano una opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza,
sentimento.

me la guadagnavo.
faceva caldo sotto le coperte.
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada,
la tenevo fuori per
raffreddarla.

senza quei libri
non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato:
delirante;
parricida;
idiota;
buonannulla.

quando mio padre gridava
"LUCI SPENTE!"
son sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita
e immortalata
una volta per tutte
nelle pagine migliori
della nostra più bella
letteratura.

ed essa era lì
per me
vicina a me
sotto le coperte
più donna di una donna
più uomo di un uomo.

era tutta per me
e io
la presi.

Manu

Thursday, October 16, 2008



Nuk dua te te prek

Penso a te un po’ di più,

forse più di prima

ma poco poco

è colpa della casa

è colpa del freddo

se mi sento più attraente

quando mi specchio nel bicchiere

pendente

sarà l’acqua che bolle nel vetro

appannato dal freddo,

sopra le dita morbide,

pende,

come filo tirato dal bottone

violentemente, senza far male all’ombelico

teso come la testa bollente

quanto le tue mani

rigate di linee che si spezzano,

tese sull’orlo della carne.

Ora penso a te un po’ meno di prima,

ma poco poco.

Forse perché 24 ore son passate

e altrettante sospenderanno il pensiero.

Domani scriverò qualcosa di più:

meno di quello detto finora.

Scriverò

di essermi impaludata per 48 ore dentro casa

sdraiata con la pigrizia affianco

che non vuole accendere le candele

perché la luce che trafora la saracinesca

getta abbastanza luce nella stanza;

di sentirmi incastonata nella matrioska

pendente

sull’orlo del tuo braccio,

che deglutire la saliva

è come smaltire un sonnifero che ha nome:

nuk dua te te prek

(trad: "Nuk dua te te prek": "Non voglio toccarti")

Jonida Prifti


Tuesday, September 9, 2008

trapped


don't undress my love
you might find a mannequin ;
don't undress the mannequin
you might find
my love.

she's long ago
forgotten me.

she's tryiing on a new
hat
and looks more the
coquette
than ever.

she is a
child
and a mannequin
and
death.

I can't hate
that.

she didn't do
anything
unusual.

I only wanted her
to.

Monday, August 25, 2008

Lirica Epica Cybernetica Pathos (Racconto)


Tra me e me

“non puo’ esserci solo sesso, devo anche portarmi al cinema e al teatro” recita un giustamente ignoto pensatore anagnino, pensando nostálgicamente alla sua compagna lontana.

Tra me e me

“le cose cominciano a funzionare, certo ci sono alti e bassi, ma capita a tutti:

vecchio o nuovissimo mondo?,damn deve pur esserci una via di mezzo, una giuntura tra i miei pensieri. Chi vuole andare chi vuole restare chi temporeggia chi non ama aspettare chi dice che il tempo non deve essere nemico ma alleato chi ha paura del futuro chi non vuole pensare al passato chi si vuole tuffare in nuove situazioni chi ha paura di annegare..” pensava un di’ un ancora troppo giovane per essere noto pensatore busachiano, intuendo che c’e’ chi non ha bisogno di banalita’ per vivere bene.

“Basta con gli ebrei” questo per citare una donna visto che finora ho citato solo uomini,

una donna a cui e’ stata diagnosticata una malattia del tutto ignorata prima, alcuni pensano si tratti di un virus contratto durante un rapporto sessuale con un hot hard disc albanese durante uno stage non pagato..doveva pur valerne la pena penso’ quella ragazzina troppo sveglia per pensare in una sola lingua.

In Albania altri fanno risalire a quell’evento solo la possibilita’ della contrazione di una cistite, ma il virus di cui si discutera’ in questo trattato e’ di tutt’altro …spessore.

I

…her right brain left her when she was just 7, per compensare quella perdita il suo left side si espanse a dismisura e razionalmente comincio’ a provare piacere guardando la televisione italiana, sognando in inglese e leccando schede madri come fossero MDMA it feels sooo good.. sorry.. c’chemi?MIR!ciapunti??

A 9 anni aveva interiorizzato tutti i teoremi matematici noti agli studiosi occidentali ed aveva iniziato a cercare emozioni nel positivismo ingiustificato delle scienze sociali

A 10 anni aveva scoperto che le teorie di Pasteur erano state (gia’ 2 secoli prima), frutto di esperimenti di una scenziata slava che aveva cicatrizzato da sola le proprie ferite, le quali vennero poco dopo bruciate al rogo.

A 12 anni aveva confutato in modo disincantato I paradigmi della psicologia freudiana, trovandoli una banale imitazione della poeticita’ femminile dell’ ultima corrente del romanticismo inglese…

She loved the relationship between Mary Shelley and her Frankestein , vi leggeva una metafora della femminilita’ nella creazione del mondo che andava a di la’ del puro fatto biológico, ricalcando ancestrali mitologie ginocentriche.

After a few years she figured out the way to stir cybernetic feelings with real Human E=MC2. SHE created 5 inversE UN-human beings, all of them with a huge penis, to share with them sex and tzazichi.

SHE was just 16

InversE 1-IW

InversE 2-IW

InversE 3-IW

InversE 4-IW

InversE 5-IW.

InversE 3-IW , era semplicemente brillante, nella sua vita psichica applicata alla matematica non aveva mai avuto bisogno di approssimare i decimali periodici delle matrici, quotidianamente enumerava e confutava le leggi di Keplero prima che la spinta di Archimede rigurgitasse l’acqua pari al suo peso fuori dalla vasca.

Era l’unico dei 5 cyborgs ad avere abitudini umane.

La sua creatrice ammirava i suoi occhi riflesso di limpidi e lontani ghiacciai,

la sua fronte alta e chiara, il suo gusto raffinato per il suo cantante preferito : Ziggy Stardust.

Non dimentico’ mai l’ingenuita’ di quel mattino di primavera in cui batte’ gli occhi e strinse le labbra congratulandosi silenziosamente con se stessa per la perfezione che la sua mente aveva creato.

In poche settimane di sesso misto a radici cubiche e assi cartesiani Lei riconobbe nell’ etere usato per oleare i meccanismi interni di inversE3-IW l’odore degli ormoni di un umano innamorato.

Fu in quegli stessi giorni che comincio’ ad assaporare con piacere la competitivita’ di 3-IW, una competitivita’ che considerava propria dei self made men della mitologia pionieristica americana del secolo diciasettesimo,

Difatti 3-IW per continuare a sentirsi l’unico espolratore di quella che pensava fosse terra Vergine, uccise tutti gli altri androgini (egli non sapeva che la sua tessitrice aveva gia’ conosciuto molti altri hardware)

La creatrice interpreto’ l’evento come chiara evoluzione darwiniana del loro amore

Un pomeriggio estivo con poche nuvole si accorsero che tra realta’ mito e cybernetica il filo e’ troppo sottile….cosi’ sottile che fu ritualmente tagliato dalla passione smodata di labbra simili ai denti aguzzi di Inite, l’ antica dea moldava da secoli dormiente e annoiata dal sangue delle giovani fanciulle che ogni 7 anni le venivano offerte.

La sua anima antica vestita di bianco si gonfio’ ed inondo’ quella terra succhiata dal Re dittatore e affamata dalla Regina Guerra.

In quella terra lei poteva far nascere fiori, a questo le serviva amare 3-IW…amare

Fu solo un secondo

il silenzio

il mondo si fermo’ ad ascoltare i colpi metallici di quegli elettroni, un respiro cosi’ caldo che le ricordo’ gli abbracci nelle soap operas argentine (aveva da poco visto la prima puntata di Celeste)

le sembrarono solo pochi secondi e quando apri’ gli occhi si ritrovo’ gia’ nel futuro,

li richiuse e il suo dito si poso’ delicatamente su Enter

Egli era gia’ partito.

La maledizione di Inite da quel momento colpisce raramente. Nei secoli scorsi si pensava che fosse una leggenda. Una scuola di antropologi inglesi sostiene si tratti di uno sfogo sociale incanalato nel corpo di giovani donne che vivono in condizioni di precarieta’emotiva, economica, geográfica, culturale. Ultimamente e’ stata riconosciuta come una malattia.

Si tratta di un disturbo contagioso, trasmissibile attraverso affetto e/o empatia. Sono stati rilevti casi in cui l’inite è stata trasmessa da una ragazza a delle coetanee che hanno condiviso con lei il racconto della sua malattia e le conseguenti emozioni che irrimediabilmente ne sono derívate.

Ovviamente questo non costituisce l’unico caso di contagio.

Gli ultimi studi hanno dimostrato come particolari tendenze artistiche,come le leggiadrie conferite dalle danze indiane Bharatanatyam, aperte al mondo occidentale possano essere fonte di inite.

Si sospettano comunque casi di inite ereditaria e di altro tipo.

Alcuni dei dati finora raccolti dimostrano che le connessioni mentali, emozionali artistiche e poetiche riportano alle atmosfere ginocentriche delle mitologie africane e nativo americane.

Per favore mettetevi in contatto con noi e segnalateci qualunque caso che possa aiutarci a conoscere un pó piú a fondo questa malattia.

Grazie.

Wednesday, August 20, 2008

In viaggio

sto viaggiando leggera...non solo con le spalle, ma soprattutto con il cuore
pesava quando sono partita...non ce la facevo a trascinarmi tutti i fardelli di sogni che mi portavo appresso...la mia, credo e' un'inite diversa...frutto della stessa radice ma con varianti...di quelle che ti chiedi cazzo se dura cosi' tanto e si ripete sara' genetica ed ereditaria?
Sara', sta di fatto che ho dovuto far scendere un po' tutti... dal furgone...dal cuore...ho salutato i sogni di un amore da vivere poi...poi...perche' poi sara' belllissimo fuck il poi...voglio vivere ora...no quiero palabras solo acción...non voglio aspettare, voglio sentire...ho salutato i piani e i progetti che poi daranno i suoi frutti a tre anni -un PHD a Melbourne...programmi a tempo...ho creato spazio nel mio cuore...come quando cancelli dei numeri vecchi che sono li'....occupano spazio...devi scegliere per avere cose nuove hay que borrar...l'ho fatto ...e mi sento leggera...
e la cosa assurda e' che ora questa leggerezza mi fa meno paura...anzi inizia a piacermi...non voglio avere fretta nel riempire di nuovo il mio cuore di pesi...
no hay prisa...
ora e' tempo si sentire
si me lo prendo un po' di tempo...
voglio ascoltare solo il mio respiro e il mio cuore
non voglio sedere...voglio ballare
grazie per il tuo amore che libera...e non pesa

Vittoria

Sunday, August 17, 2008

MANIFESTO

Questo sito è stato creato da donne che hanno voglia e bisogno di condividere le esperienze di inite per approfondirne la conoscenza e crearne coscienza.

Non si conosce fino ad oggi nessun caso di totale guarigione dall’ inite, tuttavia si può parlare di un periodo post-initico in cui lo status iniziale ha subito una metamorfosi attraverso l’acquisizione di una nuova coscienza. Sospettiamo dunque che inite non sia una semplice malattia, ma un rito messo in atto dalla dea Inite, la quale agisce per la crescita personale di donne di tutti i colori, culture e irrequietezze emozionali.

Inite non è un blog per parlare di uomini, ma uno spazio per curarsi da una malattia, per liberarsi di una sofferenza scaturita dalla delusione di sogni costruiti e custoditi ed in seguito distrutti da un uomo (o donna).

Inite è uno spazio di coscienza femminile dove raccontare ed esorcizzare esperienze, dove rendersi conto che essere irrequiete e intelligenti non è inconcilliabile con l’essere romantiche e sognatrici.

Inite è uno spazio creativo e di esplorazione attraverso linguaggi e mezzi di espressione differenti. La condivisione dell’esperienza attraverso le nostre creatività è lo spazio iniziale (iniziatico) per la creazione di un immaginario nostro. Un immaginario che nutra anime affamate di libertà. In questo cyberspazio initico i confini tra poesia realtà cybernetica e mito non sono rigidi.

In questa epoca in cui spazio fisico e cybernetico si mescolano, le nostre menti creano poesie innovando miti ginocentrici.

La sindrome di inite


INITE is an infectious illness that spreads among young women through the act of sharing experiences and feelings. It develops through three separate steps:

1st phase: Ecstasy

In the beginning you may experience a strong emotional status that will highly involve all your senses and make you believe to be in, what is so mistakenly called, LOVE. This period will last several months, varying from case to case. Usually it will involve a man that comes from another part of the world that will seem to be the answer of all your desires. Inite will make you believe you have found the true love.

2nd phase: Avatar

After the initial period of ecstasy, due to some strange unexpected and irrefutable reason (or simply for a visa problem) one of the two lovers has to go away. Normally it will be an oceanic distance that will divide the two, but it has been noticed also an other side of the planet case. Anyway this distance seems to confer a romantic aurea to the story. Deceived by this romantic imagery, Inite’s victim will act in the only direction her eyes can see…go back to him.

During the avatar phase the story is carried on through a cybernetic communication in which the two lovers design a possible future when they will meet and start a real physical relationship. Inite uses all the possible tools the era in which she wants to act. The victim continues being affected through virtual cyber spaces of communications, invisible telephone lines, letters, emails and not only. It uses any possible way to increase the desire of its victims for the loved man to some point no other man will ever be capable of fulfilling this desire, unless the victim is healed.

3rd phase: Cut

The executor’s insensitivity and the delusion of all the expectations created during phase 2, bring to the final cut. The cutting of that wire -the only strong connection between the distant lovers- is cruel, painful and above all unilateral. The dreaming victim can do nothing but watch the destruction of her dreams, an event in which she has no voice. All the promises are denied and the protagonist of her love story suddenly became her killer, a messenger chosen by Inite. The improvise cut is executed with such a cruel spontaneity that its victim will be shocked for a indefinite while (we have not enough dates to clarify how long this while will last)